IMPOLLINAZIONE DELL’OLIVO
Fecondazione ed allegagione dei frutti
Le infiorescenze dell’olivo, portate a grappolini di piccoli fiori, sono chiamate “mignole” .
Sono fiori ermafroditi, caratterizzati da una forte produzione di polline adatto ad essere
trasportato dal vento (impollinazione anemofila).
La fioritura avviene a fine maggio-inizio giugno.
Il processo di impollinazione ed allegagione nell’olivo è piuttosto delicato e spesso
soggetto a varie interferenze che ne condizionano l’esito.
A fronte di una produzione di fiori molto abbondante, si ritiene che una allegagione del 2-3% di essi sia sufficiente a
garantire un buon raccolto.
Ciò nonostante capita frequentemente che l’allegagione risulti molto scarsa.
Questo dipende spesso dall’andamento climatico nel periodo fiorale (l’olivo predilige un clima
temperato-umido):
- da carenze nutrizionali (azoto e boro),
- da carenze idriche,
- da eccessivo carico produttivo nella precedente annata, da debilitazioni subite dalla pianta
(gelate invernali) o da un eccessivo ritardo nella raccolta delle olive.
Queste forme di stress concorrono al manifestarsi dell’alternanza di produzione, fenomeno
cui l’olivo è spesso soggetto.
Un altro aspetto importante riguarda la compatibilità del polline nei confronti della specie
coltivata: infatti le varietà frantoiane presentano un buon grado di autofertilità.
Altre, fra le quali leccino, pendolino maurino, sono autosterili e necessitano della presenza di altre
varietà per garantire l’impollinazione.
L’impollinazione incrociata tra cultivar compatibili dà comunque i migliori risultati produttivi,
ritenendo che già la presenza del 3-5% di varietà diverse dalla principale è da considerarsi
sufficiente a garantire una buona impollinazione incrociata.
PER MIGLIRARE L’IMPOLLINAZIONE DEL FRUTTO SI PUO’ UTILIZZARE IL BORO.
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http://digilander.libero.it/ulivetiditoscana/Allegagione.pdf